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Michele Minenna
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MANIFESTO DI MARIA ROSARIA MALLO con Salvatore Vitiello Empty MANIFESTO DI MARIA ROSARIA MALLO con Salvatore Vitiello

Sab Feb 25, 2023 1:15 pm
Una scuola aperta a tutti e al futuro del Paese
La Scuola come istituzione della Repubblica ha il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica economica e sociale del paese”.
“È aperta a tutti” e “i capaci e i meritevoli hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi anche se privi di mezzi.”
Dobbiamo, purtroppo, constatare che, a settantacinque anni dalla promulgazione della nostra Costituzione i principi di uguaglianza ed equità non sono ancora pienamente attuati e la Scuola italiana non supera l’esame delle disuguaglianze. La DAD ha determinato disagio psicologico e difficoltà di apprendimento irreversibili tra gli studenti più deboli in partenza, nella scuola secondaria di primo e secondo grado, con abbandono degli studi, il cui effetto cumulativo lo vedremo negli anni futuri.
Come è stato osservato nel nostro Paese la povertà educativa è grave ed è legata alle disuguaglianze di partenza, disuguaglianze che, come dice Papa Francesco, sono “un virus da combattere”.
La dispersione scolastica e il possesso di scarse competenze riguardano soprattutto i giovani che vivono in contesti svantaggiati, nel Sud, e sono i perdenti della “lotteria della vita”, per usare l’efficace metafora utilizzata Save the Children, nell’annuale Atlante dell’infanzia a rischio.
La Scuola italiana, quindi, è ancora distante dalla piena attuazione del dettato costituzionale, dato che il 13% degli studenti italiani non raggiunge l’obbligo scolastico e vanno ad alimentare il numero dei NEET, circa il 23% di giovani che né studiano, né lavorano, né partecipano a percorsi di formazione, vera emergenza sociale ed economica che inciderà sul futuro del Paese. Le condizioni familiari di origine gravano ancora pesantemente sul destino sociale dei nostri figli, bloccando quella mobilità sociale che è un fattore primario di crescita democratica di un Paese.
Destiniamo all’istruzione risorse pari al 4,1% del PIL e i Fondi del PNRR possono essere determinanti per l’aumento della spesa pubblica per l’istruzione, a patto che siano utilizzati per affrontare i problemi alla radice, indirizzando le decisioni pubbliche secondo obiettivi di distribuzione delle risorse che siano misurabili e verificabili sui risultati raggiunti.
Il libero Gruppo di Lavoro Interscolastico per l’Inclusione (GLII), composto da Docenti curricolari e di sostegno, Dirigenti scolastici, Genitori già docenti, Esperti in pedagogia, Professionisti della Scuola in pensione, indica, nei punti nodali che seguono, problemi ed interventi che tutti gli operatori scolastici e, in primis, i Politici devono tenere presenti nella loro agenda per invertire la rotta e realizzare una Scuola capace di accorciare le distanze, secondo un percorso sistemico di azioni tra loro connesse dalla logica valoriale della lotta alle disuguaglianze e alla povertà educativa del nostro Paese.
Febbraio 2023                                                                                                     MARIA ROSARIA MALLO

I PUNTI NODALI DEL MANIFESTO

1. Ius Scholae – Sono ormai trenta anni dall’emanazione della Legge n.91/1992, che prevedeva l’acquisizione della cittadinanza per i minori nati e/o cresciuti in Italia da genitori stranieri, che l’effettivo diritto alla cittadinanza non è ancora stato loro riconosciuto. Il Censis nel suo Rapporto del 02.12.2022 ha informato che gli alunni non italiani nelle nostre Scuole sono saliti a 872.000, il 10,6% del totale, il valore più alto mai registrato. Dare una risposta ad una richiesta di cittadinanza che proviene da questi nuovi italiani che saranno gli adulti di domani, è un contributo alla crescita di una società autenticamante inclusiva.

2. Autonomia differenziata alle Regioni - Il Disegno di legge proposto dal Ministro degli Affari regionali e le Autonomia Roberto Calderoli prevede la concessione di un’autonomia differenziata alle Regioni, secondo il principio che il finanziamento delle funzioni che saranno attribuite alle Regioni verrà “attraverso la compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali maturato nel territorio regionale” (art. 5, comma 2). Si decentra, quindi, non solo la gestione della spesa, ma anche la fonte di reddito “maturato nel territorio regionale”. Il rischio è di accentuare ulteriormente il divario  già esistente tra Nord e Sud nel nostro Paese, poiché una Regione che ha maggiori entrate (più ricca) ne trattiene una parte maggiore e viene, quindi, modificato il ruolo “riequilibratore” dello Stato e attenuato il principio costituzionale di solidarietà fra le Regioni a Statuto ordinario (Rso) e Stato nell’Italia repubblicana.

3. Stabilizzazione dei Docenti precari - Formazione e incentivi per il Personale Scolastico – È opportuno attivare modalità semplificate di assunzione per i Docenti precari per favorire, garantire stabilità e continuità didattica. La formazione iniziale e in servizio dei Docenti delle Scuole di ogni ordine e grado sulla didattica, sulla pedagogia generale e speciale, sulla psicologia dello sviluppo e dell’età evolutiva, assicura un aggiornamento continuo e garantisce una partecipazione attiva dei docenti curricolari nelle attività di sostegno per gli alunni BES, attenuando i meccanismi di “delega” al Docente di sostegno. È opportuno, inoltre, equiparare gli stipendi dei Docenti italiani alla media dei Paesi europei e prevedere “incentivi” per il Personale della Scuola che lavora nei contesti più difficili del nostro Paese, sottolineando in tal modo l’attenzione dello Stato per coloro che contribuiscono, con il loro impegno civile, al contenimento delle diseguaglianze. Sono tre punti che, in sinergia, riconoscono il “Merito” di chi lavora nella Scuola per renderla più democratica ed inclusiva.

4. Dispersione scolastica – Con l’attuale tasso di dispersione scolastica pari al 13,2%, con il Sud, dove l’abbandono scolastico è tra il 15% e il 22%, mentre nel centro Nord è circa dell’11%, la Scuola rischia di perdere il suo ruolo costituzionale di argine alla disuguaglianza sociale. Occorre definire un vero e proprio piano pluriennale per affrontare il problema alle sue radici, con riduzione del numero di alunni per classe, progettando percorsi formativi inclusivi, ripensando gli orari, gli spazi, la didattica della Scuola e, soprattutto, rendendo sistemica la conoscenza delle esperienze piu significative di contrasto alla dispersione, già in atto in alcune delle zone più a rischio del Paese. Inoltre, si ritiene opportuno istituire una Banca Dati nazionale, su base regionale, per rilevare i motivi dell’abbandono e programmare possibili interventi mirati di recupero.

5. Potenziamento della Scuola dell’infanzia – Tutelare il diritto allo studio di tutti gli alunni in tutte le Regioni, utilizzando i Fondi del PNRR nel campo dei Servizi Educativi per la prima infanzia, per diminuire il divario esistente tra le Regioni e realizzare un sistema educativo integrato 0-6 anni, istituendo all’interno del MIM una Direzione Generale dedicata.

6. Educazione digitale -  È una priorità formativa, perché siamo di fronte ad una vera emergenza globale che coinvolge ormai i nostri giovani già dall’infanzia, come risulta da una ricerca dell’Università Bicocca di Milano in collaborazione con la Società italiana di cure pediatriche. Educare i giovani, sin dall’infanzia, ad un uso consapevole e responsabile  dello Smartphone e dei social significa sviluppare una competenza digitale, oggi ormai indispensabile per vivere e lavorare nella nostra società, che sia attenta allo sviluppo psicologico e cognitivo dei nostri giovani. È un Progetto educativo/sociale che dovrebbe coinvolgere anche i Genitori, rendendo le Scuole autentiche comunità educanti nei loro territori.

7. Sicurezza e modernizzazione degli edifici scolastici - È un problema annoso che coinvolge tutto il territorio nazionale, considerato che gli edifici scolastici in tutta Italia hanno un’età media di cinquantatré anni e che potrà essere affron-tato con i circa 18 milioni del PNRR destinati all’edilizia sco-lastica. L’edificio scolastico è il primo “luogo” istituzionale con cui i nostri studenti vengono a contatto e offrire loro un’immagine accogliente e sicura della loro Scuola è un do-vere che contribuisce a creare in loro “fiducia” nelle nostre Istituzioni.   Per la modernizzazione della Scuola (Scuola 4.0) ci sono fondi per 2,1 miliardi di investimenti, di cui almeno il 60% va speso in dotazioni digitali, secondo i vincoli imposti dal MIM. È una cifra importante che, però, se non accompa-gnata da un Progetto di cambiamento del modo di fare Scuo-la, rischia di essere un’occasione persa. La qualità della di-dattica e dell’innovazione non poggia unicamente su Tablet, Pc e Hardware vario, di cui peraltro molte Scuole si sono do-tate per la DAD, ma, e soprattutto, su un Progetto educati-vo/didattico che, secondo le indicazioni del PNRR, trasformi le classi “in ambienti innovativi di apprendimento” e punti a creare “laboratori per le professioni digitali del futuro”.

8. Semplificazione normativa – E’ un aspetto che riguarda il nostro Paese e viene da lontano, se già Tacito poteva affermare “plurimae leges, corruptissima res publica”. La continua proliferazione di Leggi, Decreti, Regolamenti, Linee Guida, Ordinanze, Circolari rischia di creare insofferenza e di non incidere sulla pratica quotidiana che si rifugia, spesso, in una comoda consuetudine operativa, avvilendo a mera pratica burocratica gli adempimenti normativi richiesti.


MARIA ROSARIA MALLO
SALVATORE VITIELLO
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